“Voi avete gli orologi? Noi abbiamo il tempo“ è un proverbio afghano, un motto contro la frenesia occidentale che da il titolo al libro di Federico Rampini, giornalista e scrittore italiano emigrato in America.
Un vero e proprio manifesto generazionale che parla soprattutto dei baby boomers, i nati tra il 1946 e il 1964, che dopo esser stati i protagonisti della storia del Paese per oltre cinquant’anni, oggi sono relegati ai margini. Non sembra esserci più spazio per loro, nel dibattito pubblico entrano solo quando si discute di pensioni. Eppure le “pantere grigie”, come le definisce Rampini, potrebbero ancora essere molto utili alla nostra società.
In Italia la crisi attuale viene letta come una guerra tra generazioni. Governi, imprese, esperti, descrivono i cinquantenni e sessantenni come un “costo”. Guadagnano troppo, godono di tutele anacronistiche. Per i trentenni e i ventenni invece sono “da rottamare”. Si parla di questa inusitata longevità quasi come di una sciagura annunciata, un disastro al rallentatore.
Con la vita media giunta ormai alle soglie dei novantanni, invece, i baby boomers hanno davanti una “seconda età adulta”. Da spendere sui luoghi di lavoro, con la possibilità di trasmettere un bagaglio di esperienze che nessun hard disk potrà mai contenere.
La sfida di cui già s’intravvedono i contorni in America, è quella di inventare una nuova vita e un nuovo ruolo, per le “pantere grigie”. L’Italia fanalino di coda della demografia diventa così in questo saggio un potenziale laboratorio sociale per vivere la riscossa dell’Età del Bis, coltivandone le vocazioni e senza avere paura degli orologi.