Ma che capo vuoi?

Dai modelli di leadership agli stili di vita:
i bisogni relazionali stanno cambiando, i capi no.

Il modo di relazionarsi fra le persone sta cambiando. L’impatto delle nuove tecnologie (internet, email, chat, videotelefonini, videoconferenze,…) sui nostri rapporti interpersonali sta trasformando il nostro modo di relazionarci con gli altri spingendoci da un lato a comunicazioni sempre più veloci, essenziali, pregnanti, anche al limite della superficialità e della semplificazione, dall’altro a ricercare relazioni più calde, più profonde, scambi più schietti e genuini, rapporti più trasparenti e coinvolgenti. La sensibilità delle persone ai “metamessaggi” contenuti nelle comunicazioni scritte o orali è indubbiamente aumentato.
Sono cambiati quindi anche i nostri collaboratori, i loro desideri, le loro attese verso di noi e verso il modo di lavorare.
I modelli di leadership, invece, sono rimasti al palo: indicando evoluzioni sempre più complesse, ma legate comunque a paradigmi organizzativi del passato, allontanandosi così sempre più dalla realtà quotidiana del mondo lavorativo reale delle persone.
La ricerca, i cui risultati vengono presentati in questo convegno, ha per oggetto la figura del “capo” operante nell’ambito di organizzazioni italiane (o multinazionali straniere con filiali in Italia). Analizza i principali momenti concreti di confronto capo-collaboratore per mettere a fuoco le aspettative dei collaboratori rispetto al proprio capo.
Il taglio dell’idagine è empirico: fa emergere il punto di vista degli intervistati (in veste di collaboratori) relativamente a quali sono, per loro, i comportamenti del proprio capo ritenuti più utili e necessari per poter lavorare al meglio, con migliori risultati e con maggiore efficacia e soddisfazione personale.