Dall’introduzione del libro di Federico Mioni, che ne ha curato la versione italiana per Il Mulino:
“Philip Kotler è un personaggio estremamente influente, essendo, in una parola, il padre del marketing: ha offerto negli ultimi 40 anni, oltre a una serie di teorie e strumenti, anche una visione in cui l’impresa è per il cliente e non l’inverso. Allo stesso modo il marketing 2.0, o addirittura 3.0, proposto da Kotler già diversi anni fa per indicare la necessità di intercettare anche “l’anima ” del cliente, sono visioni che fanno di Kotler un precursore lucido, in un mondo come il management in cui spesso si propongono teorie miopi (dove alla lucidità non si affianca la visione) o presbiti, in cui cioè si sviluppa la visione, ma perdendo un ancoraggio alla realtà. Kotler questa volta vuole dirci che anche la democrazia è giunta in una fase 2.0 o 3.0, ma questo in senso deteriore, in quanto il rischio concreto è quello della post democracy (…)
Kotler non parte da Trump ed evoca rischi che con Trump sono splosi, ma che erano preesistenti. Egli afferma di muoversi in modo asettico, e cioè valutare come “economista” se il cliente (il cittadino) possa dirsi soddisfatto del prodotto che viene a lui offerto dalla più grande “azienda” presente sul mercato, la democrazia stessa. Per varie ragioni questo non è più un prodotto soddisfacente, in quanto al cittadino è sottratto il potere di decidere, saladamente in mano a milionari e miliardari, a lobby e centrali mediatiche e finanziarie.
Kotler è fortemente preoccupato, e questo libro è un vero e proprio grido di allarme lanciato da una delle persone più influenti nelle modalità di pensiero della business community: il parallelo proposto fra cittadino e cliente, e fra la democrazia e una grande Corporation, è solo una forma di autoironia e di confessata lucidità, volta a mostrare che non c’è approccio ideologico nell’analisi, ma tanta passione civile, e Kotler vuole dimostrare che ci sono 14 punti di debolezza già oggi incombenti sulla democrazia americana, che vengono richiamati nelle pagine di apertura”.