Si è concluso il Forum Risorse Umane, organizzato a Milano da Business International il 25 maggio 2011.
L’incontro ha avuto come tema centrale il benessere delle persone all’interno delle organizzazioni.
Questa tematica è sempre più sentita da aziende e istituzioni ed è sempre più frequentemente oggetto di attenzione e di ricerca.
Come sottolineato dal primo intervento della giornata, tenuto dal Dr. Rondinella di Istat, vi è una crescente esigenza di trovare nuovi indicatori per misurare la performance dei sistemi paese e nuovi parametri per valutare benessere e sostenibilità. Fino ad oggi l’elemento utilizzato come simbolo del benessere e quindi come misurazione dello stesso è stato il PIL. Tale elemento, pur valido sotto diversi aspetti, presenta dei limiti in quanto non riflette la distribuzione del reddito; non include parti importanti dell’attività economica fuori mercato (come il lavoro domestico, i settori informali, l’autoconsumo, ecc.); non contabilizza le esternalità negative (come i danni ambientali, l’industria militare e i danni da guerre); considera le spese riparatrici o difensive dando luogo così ad un paradosso; sottostima la spesa pubblica.
Sono quindi necessari nuovi indicatori per dare una migliore rappresentazione del benessere raggiunto.
Attualmente, si sta sviluppando un movimento globale che avanza proposte per trovare nuovi parametri di misura. In particolare, vengono citate la Commissione per la Misurazione della Performance Economica e del Progresso Sociale (Stigliz-Sen-Fitoussi), promossa dal presidente Sarkozy, che introduce 8 indicatori per misurare il livello di benessere; e la comunicazione della Commissione Europea “Gdp and beyond” che propone 5 azioni fondamentali per la misurazione della performance economica e benessere sociale.
Da un’indagine presentata da Istat, che ha avuto come oggetto la misurazione del benessere in Italia, emerge che, al primo posto di una serie di elementi indicati dagli italiani, quello che incide maggiormente sul proprio benessere è proprio il lavoro.
Il benessere organizzativo (e la “nice company”) è stato il tema dell’intervento di Marco Rotondi, presidente IEN – Istituto Europeo Neurosistemica.
Tale intervento è partito dalla considerazione che, se durante la crisi economica, ci sono stati settori che hanno maggiormente sentito la crisi di altri, all’interno di uno stesso settore ci sono state aziende che hanno saputo, comunque, cogliere nuove opportunità e affrontare meglio le difficoltà globali del mercato, a differenza di altre che non sono state capaci di fare ciò.
In tali casi, ciò che fa la differenza è rappresentato dal capitale umano. Le aziende che vanno meglio sono, infatti, quelle che dedicano maggiori investimenti al benessere organizzativo, dando peso alla soddisfazione del personale.
Un ricerca di Harward sulla motivazione ha dimostrato che solo circa un 50% dei lavoratori si dichiara motivato. Il livello di produzione dei motivati raggiunge l’80% mentre quello dei non motivati raggiunge il 30%. Da ciò scaturisce un margine del 25% per cui vale la pena investire sulle risorse umane e sul loro benessere.
Il tema della mancanza di soddisfazione nel lavoro dipende da uno shifting esistente tra i comportamenti, le competenze, la motivazione e i valori delle persone. Occorre, a tal fine, formulare un nuovo patto con le persone, puntando sullo sviluppo del valore degli intangible assetts; costruendo metriche per rendere espliciti i ritorni dell’investimento (elementi utili affinché le Direzioni RU possano dialogare con gli amministratori delegati per spiegare i vantaggi di tali investimenti); prevedendo dei cambiamenti soft richiesti per diventare “nice company” (cioè aziende in cui è piacevole lavorare); sviluppando ambienti di Wellness Organizzativo® [1].
La giornata è poi continuata con la presentazione di casi di successo realizzati presso alcune aziende sul tema della valorizzazione delle diversità per il miglioramento delle performance dell’azienda. Sono stati testimoni di tali interventi Stefano Antonelli del Gruppo Ferrero, realtà che sta investendo sui servizi alle persone ed education, Ornella Sala di IBM Italia, azienda che punta sull’accoglimento delle diversità, Roberto Zecchino di Bosch Italia, realtà che oltre a gestire diversità culturali legate al fatto che si tratta di una realtà presente in tutto il mondo, cerca di favorire la flessibilità dell’orario di ingresso in ragione delle differenti esigenze spesso legate al genere, Marco Scippa di Elica, società che, avendo aperto varie filiali all’estero a partire dal 2006, sta puntando sulla diversity come diversità culturale e non di genere.
L’intervento successivo, tenuto da Fabio Carniol di Tower Watson, ha avuto come oggetto la presentazione di una indagine sulle politiche innovative nel campo dei benefit, che ha messo in luce il punto di vista dei lavoratori. Emerge, innanzitutto, che è importante concentrarsi sul benessere delle persone perché è dimostrato che le aziende con alto engagement ottengono risultati finanziari superiori ai loro competitor e lavorare sul benessere organizzativo rende duraturo l’engagement stesso.
Dalla ricerca emerge che non tutti i benefit sono uguali in termini di soddisfazione. Quelli con il livello di soddisfazione più alto sono i benefit di progetto personale (convenzioni, vacanze studio, asili nido, ecc.), che tra l’altro rafforzano il legame tra la persona e l’azienda.
Le persone vogliono, poi, essere maggiormente coinvolte sulla scelta dei benefit che le riguardano, vogliono poter scegliere e non trovarsi con pacchetti preconfezionati. Richiedono pertanto, oltre ad un rapporto di fiducia con la propria realtà aziendale, flessibilità e coinvolgimento.
Si è successivamente svolta una tavola rotonda a cui hanno partecipato Elena Lubrano di Tetra Pak, Dario Francolino di Roche, Francesca Cerati della Asl di Mantova, sul work life bilance e sui possibili impatti creati in temini di produttività dei dipendenti e retention.
Da citare, infine, il punto di vista di aziende che offrono servizi e soluzioni al personale. Tra queste troviamo Seneca, presentato da Ercolino Ranieri, basato sulla travel policy partecipativa, come strumento per avere una maggiore soddisfazione delle risorse umane; Edenred Italia, (società che ha introdotto i ticket restaurant e che attualmente si occupa di predisporre pacchetti di benefit e servizi alle persone) presentata da Graziella Gavezotti, che sta proponendo alle aziende i ticket family che danno accesso ad alcuni servizi dedicati alle famiglie (tra cui il baby sitteraggio) e il maggiordomo aziendale (persona dedicata allo svolgimento di commissioni come il pagamento di bollette ed il disbrigo di pratiche burocratiche personali).
Il pomeriggio ha visto poi gli interventi di SuccessFactors, presentato da Flaivo Masella, avente per oggetto alcuni “sforzi” posti in essere per diventare una nice company e una tavola rotonda sul welfare aziendale e gli strumenti non monetari di sostegno al reddito a cui hanno partecipato Elisa Chioda di Ikea Italia Retail, Simona Zandonà di ATM Milano, Andrea Perduto di Edison, Roberto Boscia di Ornage Business Services.
In particolare sono stato oggetto di presentazione benefici fiscali, migliore gestione delle relazioni sindacali, varie tipologie di benefit tra cui sanità integrativa, previdenza complementare, sostegno alle famiglie e l’importanza dell’HR marketing
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[1] Wellness Organizzativo® – Benessere e capitale umano nella Nice Company. Esperienze e strumenti a confronto, Walter Passerini e Marco Rotondi, 2011 Franco Angeli.