Quale relazione lega l’azione all’apprendimento? e il movimento al cervello?
Marco Rotondi, docente dell’Università di Genova e presidente IEN, ha messo a fuoco questi due elementi.
Il movimento spesso è stato considerato una semplice esecuzione dei comandi del cervello ma è anche:
- il primo apprendimento, la prima espressione dell’uomo
- lo stato naturale e di funzionamento del nostro corpo e del nostro cervello
- un driver per l’osservazione dei movimenti altrui (si pensi alla scoperta dei neuroni specchio ed al fatto che impariamo dei movimenti e li osserviamo negli altri)
- un mezzo importante per relazionarsi con gli altri e con l’ambiente
- ha una funzione di sopravvivenza per l’uomo primordiale
- spesso rappresenta l’apprendimento stesso; si pensi ad esempio alla danza ed alle sue sequenze motorie complesse: queste rappresentano dei contenuti di apprendimento difficilissimi a cui il nostro corpo risponde in maniera grandiosa.
Il cervello
L’idea più diffusa è quella secondo la quale ci arriva una percezione, l’analizziamo e comandiamo al corpo di fare una determinata azione. Da diverse ricerche è emerso che il ciclo potrebbe essere invertito: il movimento che facciamo induce i cambiamenti, il nostro cervello percepisce questi cambiamenti ed è chiamato a decidere su come continuare. Su questo tema il dibattito è molto ampio.
Su questo tema IEN ha collaborato insieme all’Università di Padova alla realizzazione del convegno SIOT (Società Italiana Outdoor Traing) “Movimento e Cervello”. Per saperne di più sul convegno svoltosi lo scorso settembre clicca qui
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IEN da anni certifica outdoor trainer professionisti con il Master MOMT in Outdoor Management Training e formazione esperienziale e realizza workshop outdoor (barca a vela, golf, speleopolis….).