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Neurosystemics n° 23/2023

Durante il suo discorso annuale sullo State of the City, il sindaco di New York Eric Adams, ha dichiarato guerra ai Social Media, equiparandoli a pericoli pubblici come fumo e pistole.

Nonostante gli aspetti positivi e le opportunità che i Social Media possano offrire, è importante prendere consapevolezza, anche, del loro potenziale impatto negativo sulla salute mentale. E’ ormai noto che un uso eccessivo dei Social possa provocare alterazioni neuroanatomiche, neurochimiche e cambiamenti nei circuiti dopaminergici di ricompensa, predisponendo allo sviluppo di sintomatologia ansioso-depressiva (Tripathi, A., 2017. Impact of internet addiction on mental health: An integrative therapy is needed. Medicine International).

Diversi studi hanno dimostrato che l’Internet Addiction è associata a cambiamenti strutturali e funzionali nelle regioni cerebrali deputate all’attenzione esecutiva, al processo decisionale, all’elaborazione emotiva e al controllo cognitivo (Akbari, M., Caselli, G., Mansueto, G.,  Palmieri, S., Seydavi, M., & Spada, M.M., 2021. Fear of missing out (FoMO) and internet use: A comprehensive systematic review and meta-analysis. Journal of Behavioral Addictions 10, 4).

Date queste evidenze, è chiaro che un uso non controllato delle piattaforme possa avere un profondo impatto anche nella vita offline (Il Sole 24 Ore, 2023. “Fomo” e dipendenza dai social: hai paura di perderti qualcosa?)

Considerando i Social uno strumento neutro, che assume valenza negativa o positiva a seconda  di come viene utilizzato, diventa prioritario preservare i più giovani dall’ esposizione online, fino al raggiungimento dei 14 anni di età, minimo consentito per l’uso delle piattaforme e, più in generale, educare tutta la popolazione al suo utilizzo, per promuoverne un uso consapevole e responsabile.