“Il mondo moderno ha chiuso l’uomo negli uffici e nelle fabbriche, tra l’asfalto delle strade e il disordinato intrecciarsi delle macchine, come in una prigione ostile e assordante dalla quale bisogna, presto o tardi, evadere.”
“Noi sogniamo il silenzio” fa parte di una collana di scritti in cui Adriano Olivetti riflette su temi quali la conoscenza, la responsabilità, il rispetto dell’ambiente, la dignità della persona e la spiritualità.
Adriano Olivetti ha sempre cercato di mettere al centro un dialogo che parlasse delle persone e delle loro mete, della loro vocazione e della loro responsabilità, cercando così di contribuire alla ripresa culturale dell’Italia.
In questo volumetto l’autore riflette sulla natura e sul paesaggio come vere radici dell’uomo. Olivetti sostiene quindi che valga la pena affrontare un’apparente perdita di rendimento economico per evitare un opprimente e inesorabile distacco e per aumentare gli spazi destinati ai servizi sociali e culturali, sia nella progettazione urbanistica sia nei bilanci dello Stato e dei privati. Gli architetti, gli ingegneri, gli amministratori dovrebbero persuadersi a essere al servizio della civiltà, che si riconosce dall’adeguatezza dei suoi spazi.
Da questo scritto di straordinaria modernità, emerge il sogno di una società “a misura d’uomo” in cui le opportunità del progresso tecnologico siano indirizzate alla costruzione di un mondo spiritualmente più elevato e basato sui valori della cultura e dello spirito.