Compiere un viaggio originale all’interno della dimensione organizzativa: questa è la sfida che il volume propone, a cavallo di due categorie di segno opposto (la teoria e la pratica), mettendo così in corto circuito l’idea e l’azione. In che modo?
In primo luogo, attraverso l’utilizzo della metafora, che l’autore definisce “una sfida sotto forma di enigma”, quale strumento capace di favorire la lettura e la comprensione di realtà complesse e contraddittorie, come sempre più le organizzazioni di qualsiasi natura tendono a diventare. Vengono proposte dodici metafore organizzative (alcune tradizionali, come la macchina e l’organismo, altre più giovani, come la rete e il cervello, altre nuove, come il luogo di desiderio) approfondite, oltre che attraverso frequenti incursioni nel mondo letterario, grazie all’analisi dell’origine, dei tratti distintivi, dei limiti e delle potenzialità di ognuna.
In secondo luogo, il raccordo tra idea e azione si realizza grazie alla proposta di un questionario di autodiagnosi organizzativa: “L’organizzazione che hai in mente”. Si tratta di uno strumento innovativo che offre l’opportunità al lettore di prendere in esame un’entità organizzativa, di poterne scattare due “fotografie” – una relativa al presente, la seconda rivolta al futuro – sotto forma di due istogrammi (il programma informatico, cui si accede utilizzando la password annessa al volume, li fornisce in automatico) che visualizzano la percezione della realtà in esame. Le canne d’organo degli istogrammi dicono che cosa va bene e cosa no nell’organizzazione analizzata: le differenze danno il senso di quello che occorre fare per migliorarla. Le risultanze del questionario diventano a pieno titolo una piattaforma per l’azione e consentono l’individuazione e l’adozione di concrete iniziative in merito alle tematiche che esso esplora (la concezione dell’individuo, la cultura, i livelli di appartenenza, risultati, concezione dell’individuo, i rapporti con l’ambiente esterno). La teoria (la metafora) e la pratica (il questionario) si saldano, dunque, e possono dare origine a progetti di cambiamento.
Per queste sue caratteristiche il libro si rivolge a un pubblico di practitioner , a coloro cioè, che si occupano di organizzazione, di formazione e sviluppo manageriale e di cultura, a consulenti di management e di sviluppo organizzativo, nonché a responsabili aziendali che intendono approfondire la percezione che i loro collaboratori hanno della realtà in cui operano.
Le conclusioni, volutamente definite “provvisorie”, costituiscono uno stimolo ad approfondire le molte tematiche (e metafore) che lo studio delle organizzazioni vede ancora inesplorate, ma già profilate all’orizzonte.
Lorenzo Oggero consulente di management, nel 1990 ha costituito la società Oggero & Partners, specializzata nell’area del change management e dello sviluppo organizzativo, e opera per la realizzazione di progetti di cambiamento culturale e organizzativo presso aziende di servizio di medie e grandi dimensioni. Oltre a numerosi articoli sul management, ha pubblicato Sviluppo organizzativo e formazione manageriale: il caso CRT (1988) e Alla ricerca di nuove rotte manageriali – L’azienda tra apprendimento e desiderio (1998). Ha realizzato per IEN il corso di “Golf e Management”.
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